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112 | la cintia |
il maschio usa la forza e le sue armi, e la femina le soffre volentieri. Non vi dico altro.
Pedofilo. Usi la forza quanto gli piace, ché l’armi non riusciranno.
Sinesio. Se voi sapeste quel che so io, pensareste a’ casi vostri.
Pedofilo. E se voi sapeste quel che so io, pensareste a’ casi vostri.
Sinesio. Se mi date licenza, v’avisarò del tutto.
Pedofilo. Tutte le licenze sieno vostre.
Sinesio. Voi stimate che vostra figlia sia vergine e io stimo che la partorirá.
Pedofilo. E io temo d’ogni altra cosa piú di questa.
Sinesio. Parlerò piú chiaro: dico che la troverete impregnata.
Pedofilo. E io dico che sará piú tosto l’impregnante che l’impregnata.
Sinesio. Il vostro umore è cosa da ridere: sète di quei matti che non vogliono guarire.
Pedofilo. E il vostro umore è da far ridere tutto il mondo.
Sinesio. Ah, ah, ah, chi non ridesse?
Pedofilo. Ah, ah, ah, chi non scoppiasse?
Sinesio. Mi duole il fianco per tanto ridere.
Pedofilo. E a me il polmone.
Sinesio. Ah, ah, ah! ti lascio, adio.
Pedofilo. Ah, ah, ah, andate con Dio! Or chi non ridesse di costui a crepacuore? fa del mastro e presume saper piú degli altri, e non è buon discepolo. Egli si pensa che Erasto suo figliuolo faccia l’amor con Amasia mia figlia, e tien per certo che l’abbi impregnata; ed io giocherei che Amasio sia tanto maschio e piú maschio del suo figlio, che se ne potrebbono far duo maschi, e dubito che Amasio non faccia l’amor con Lidia sua figlia e che un giorno me l’impregni. Or mirate come van le cose del mondo: che quello è piú sciocco che si pensa saper piú degli altri. Io l’ho vestito da donna per ischivarlo da un pericolo e l’ho fatto cader in un altro: ecco piena la scena di una falsa apparenza. Ma lo veggio che vien con Lidia: mira come