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atto primo 111


Pedofilo. E chi dicesse che stessero bene insieme, meritarebbe il fuoco!

Sinesio. E quando i matrimoni son ben accoppiati, ogni cosa va per suo dritto.

Pedofilo. Il qual è che ogni cosa qui andrebbe a roverscio.

Sinesio. Giovani e gagliardi nel fior dell’etá loro, non garrirebbono mai.

Pedofilo. Non giostrarebbono se non di lancia, non giocarebbono se non di pugnale.

Sinesio. Mi fo gran meraviglia che non me la concediate.

Pedofilo. Non vi sarebbe di meraviglia se ne sapeste la cagione.

Sinesio. Vi cerco cose giuste, però ne vorrei saper la cagione perché non vi contentiate.

Pedofilo. Altre ne ho dette, altre ne restano a dire: però vi conchiudo che il matrimonio sará impossibile a riuscire.

Sinesio. Avertite che le cagioni che mi spingono a pregarvene sono che non accaggia alcun scandalo fra la vostra casa e la mia.

Pedofilo. Avertite voi bene alla vostra casa, ch’io son sicuro che alla mia non sia per accadervene alcuno.

Sinesio. Voi dovete molto attribuire al vostro giudizio ed esser amico del parer vostro; ma vorrei che v’ingannaste, ché gli uomini sono piú cattivi che buoni, e riesce piú tosto il male che il bene. Il mio figlio sta innamorato della vostra figlia; e chi ama non istima periglio, poco l’avere e manco la vita. Vi passeggia tutto il giorno d’intorno la casa; tirato dal desiderio può far qualche errore, e questi errori si tirano dietro le ruine delle case. Perciò avertite di nuovo che non siate constretto patir a vostro malgrado qualche sorte d’ingiuria.

Pedofilo. Passeggi quanto vuole e faccia quanto puote, ché perde il tempo: ed io temo tutto il contrario di quello che voi temete.

Sinesio. I giovani del nostro tempo, appena spuntano fuor della buccia, che sentono cillicarsi dalle dolcezze d’amore e hanno il pizzicore, s’amano e desiano trovarsi insieme; e quando vi sono,