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atto quinto 85

con speranza che, dopo la vostra morte, si fussero scoverti a lei per veri padre e madre, e ch’ella fusse costretta poi darli onorevol vitto, e da sua pari. Eccovi la cagione.

Pardo. E può cader in cuor di uomo un cosí nefando pensiero?

Balia. Ma la morte privò l’uno e l’altra di tanta speranza, e Idio ne ha fatto la vendetta per voi, ch’essendo eglino venuti poi in miglior fortuna, arebbono voluto manifestarvi l’inganno e riaver indietro la loro figliuola; ma vi fu rapita da turchi: e allora piansero amaramente il peccato e il gastigo di Dio, e se ne morirò ambiduoi di disperazione e di doglia. Ma Filogono lasciò la robba ad Orgio suo fratello, con condizione che, riavendosi la loro Sulpizia, cioè la da voi stimata Cleria, se li consignassero diecimila ducati di dote, e, non ricuperandosi, si dessero alla vera vostra Cleria, cioè la stimata loro Sulpizia, duemila ducati per lo suo casamento, e il restante ereditasse Orgio suo fratello. Or, scoprendosi che la vostra Cleria è figlia vera di Filogono, sará forzato questo furfante darle diecimila ducati di dote: e cosí io li vengo a far questo danno e le mie vendette.

Pardo. Ma che certezza arò io, che la vostra Sulpizia sia la mia vera Cleria?

Balia. Sulpizia vostra è di pel rosso, come voi sète; gli occhi azurri, come i vostri; e il volto simile al vostro: e, se ben vi ricordate, ha una macchia rossa nel braccio sinistro, come goccia di vin rosso.

Pardo. O Dio, veramente mi ricordo di quella macchia rossa, e parmi or di vederla; e nella vostra Cleria mai piú ve l’ho vista. Ma io non conseguisca mai desiderio in mia vita, se, sempre che ho vista Sulpizia, non mi sentiva un certo movimento di sangue per la persona, tra carne e pelle, e non potea imaginarmene la cagione. La natura veramente facea l’ufficio suo, e per una certa occulta affezione l’ho sempre richiesta ad Orgio per darla per moglie ad Attilio, e ancor senza dote. O Dio, in che peccato era io per incorrere! Ma ben fece Orgio, che non lo volea mai consentire. E da che Attilio mi ha condotta la vostra Sulpizia in casa, non mi ha avuto mai grazia, né l’ho