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82 la sorella


Balia. Volete dunque dir che vostra nipote sia una puttana, e io una ruffiana?

Orgio. Sotto sí onorata maestra non potea imparar altre opre di quelle ch’ave imparate.

Balia. Questo guadagno dopo la servitú di trent’anni in casa vostra?

Orgio. Questo guadagno io con te, dopo averti amata e onorata trent’anni in casa mia, che al fin avesti a svergognarmi la nipote?

Balia. Mai la casa vostra è stata cosí onorata e riverita, come mentre ci son stata io.

Orgio. Mi doglio ritrovarmi qui nella strada publica, che non vorrei far i vicini consapevoli de fatti miei, ché per risposta ti vorrei far cader questi pochi denti che ti sono restati in bocca, e trarti quei pochi capelli che ti ha lasciati il mal francese; ma faremo i nostri conti in casa, quando manco ci pensarai.

Balia. In casa vostra non entrerò piú mai, poiché in tal stima ci son tenuta.

Orgio. Tu ci entrerai per tuo dispetto, se non di buona voglia.

Balia. Io per forza?

Orgio. Tu sí, e ti strascinerò per li capelli.

Balia. Oimè, oimè, vicini, aiuto, aiuto!

Orgio. Ci bisognano uomini e non asini, a governar queste bestie.