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atto terzo | 45 |
Pedolitro. Leggetela, e vedete quanto vi scrive; e conoscete, quanto vi ha referito vostro figlio e il servo, tutto è bugia, e quanto vero sia quel che vi dico.
Pardo. Mi avisa avermi scritto molte lettere, e di niuna mai averne ricevuta risposta, né per lei esser mandato il riscatto; che spera esserle donata la libertá, e voler venirsene sola, come meglio potrá.
Pedolitro. Credetemi ora?
Pardo. Ed accioché voi crediate esser vero quanto vi ho detto, vo’ che ragionate con mia figlia. Olá, fate venir qua Cleria per cosa che molto importa.
Pedolitro. Fatela calar, ché mi piace che non troverete altro di quel che vi dico: che Costanza vostra moglie è viva, e di Cleria non si sa novella.
SCENA III.
Cleria, Pardo, Pedolitro.
Cleria. Padre, che comandate?
Pardo. Costui è venuto da Turchia...
Cleria. (Infelice me! costui sará venuto a far riscontro s’è vero che sia Cleria, e quanto falsamente l’abbiamo dato ad intendere).
Pardo. ... e dice che Costanza sia viva.
Cleria. (Che affermarò? che negherò? io non so che debba affermar, né negare, né che mi fare. Oh, fosse qui Trinca!).
Pardo. Dimandatela voi.
Cleria. (Bisogna star in cervello). Volesse Dio che Costanza mia madre fusse viva! Ma voi come lo sapete?
Pedolitro. L’ho vista con questi occhi in Constantinopoli; e si duol del suo marito che in tanto tempo non abbi mandato a riscuoterla, e che Cleria sua figlia non sa se sia morta o viva, ma stima che piú tosto sia morta.
Cleria. Voi dite cose impossibili, e sète cosí bugiardo nell’uno come nell’altro. Mia madre, che so che è morta, dici che sia viva; e io, che viva sono, dici che morta sia.