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atto primo | 25 |
Trinca. Meritano i suoi buoni costumi d’esser riscattata diece volte, se bisognasse. Ma noi abbiamo Erotico piú ricco e nobile e d’altri costumi; e vi fa la medesima offerta.
Pardo. Che faresti tu, se fusse tua figlia?
Trinca. Se fosse voi?
Pardo. Fa’ conto che ci sei: consigliami.
Trinca. Non per consigliarvi, ma essendo nell’esser vostro, questo partito mi parrebbe tanto buono, che non potrei dir di no.
Pardo. Farò quanto tu dici: ché, non avendo errato mai con l’aviso de’ tuoi avertimenti, voglio assicurarmi in questo ancora. Facciamo che amboduo si sposino per la sera.
Trinca. Come comandate.
Pardo. Di’ a mio figlio che si ponga in ordine, ch’io aviserò Orgio, zio di Sulpizia, del medesimo. Di’ ad Erotico che venghi a trovarmi, e appuntiamo il tutto, ché, quando le persone sono d’accordo, è mal il differire, ché sempre si pone in mezo occasione di disturbi.
Trinca. Farò il tutto come m’imponete.