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Cappio. Lassa faghe a mi: prova cheste pottagie falsamico, scippacapelli e moscatelli.
Pedante. Refiuto questi nomi infondi e nefandi di «scippacapelli » e «falsamico».
Cappio. Patrone, cheste... cheste «falseamiche» star tanto dolce che, quando se beve, ti pensare che ire in curpe; no, va alle gambe a fare sgambette e cadere in terre. «Scippacapelli» stare tant gagliarde, ire al capo, e pare che scippe i capelli.
Pedante. Dictum hoc per antonomasiam.
Lardone. Detto per cornamusa.
Pedante. Lardone, tu sei cervello ottuso, apri il bugio dell’orecchie. «Antonomasia» è nome greco: «antos» vuol dir «contra»; «onoma onomatos» vuol dire il «nome»: quasi, idest «contra nomen». «Scippacapelli», dolce che va fin a’ capelli.
Cappio. Mi non intender, signor d’ottobre.
Lardone. E tu intendi a me, che son signor novembre. Fa’ che assaggi tutti i vini e prima il scippacapelli.
Cappio. Eccolo, che star mirando.
Lardone. Miro questo mirabil vino come schizza, brilla e saltella da se stesso; mostra la schiuma, poi la risolve in perle grandi, poi in piú picciole e le picciole in nulla. O che bevanda celeste piú che nettare e pania che inveschia!
Pedante. Accelera il bere.
Lardone. Non son questi vini da bersi subito, ma prima farci un pochetto l’amore; poi accostarselo alla bocca pian piano con una maestá grande, poi con una regal riverenza sporger le labra fuori e gire ad incontrarlo, torne un saggio e darlo alle prime labra; poi un altro che ne bagni la lingua e il palato, poi spargerlo per tutta la bocca, e succhiarlo a poco a poco e non traboccarlo giú nel ventre come fusse una medicina; e bevuto che n’arai un bicchiero, sta contemplando la battaglia che fan le membra, che tutte vogliono esser le prime a gustarlo: il cuor, primo, ne cava la quinta essenza, il polmone tutto se ci tuffa dentro, le budelle se ne riempiono e la milza all’ultimo se ne succhia la parte sua. All’ultimo ti fa’ una succhiata