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ATTO II.

SCENA I.

Giacomino, Cappio.

Giacomino. Paggi, scopate ed inacquate per tutto, portate qui la tavola e le sedie... . O Cielo, come sète pigri, non è maggior tarditá di quella che s’usa ov’è bisogno di prestezza.... Togli tu il mantile da quella parte ed io da questa, che penda egualmente da tutte le parti.... Or sí, che sta bene. Accendete il fuoco che sia a bastanza, lavate i bicchieri, calate giú il giarro e il baccile per dar l’acqua alle mani, portate la saliera e i salvietti e i cortelli. Diasi fuoco alla profumiera, ch’essali il fumo odorato. Fate che serviate a cenno, ché il cenno è il segno delle taberne; se non, che voleranno per l’aria i piatti, e i bicchieri per la testa e su’ volti.

Cappio. Ecco i piccioni, polli, capponi e porchette, spiedi di fegatelli, pasticci e l’altre manifatture.

Giacomino. O che sia tu benedetto, che con prestezza e diligenza hai avanzata la necessitá.

Cappio. Me l’ho fatti prestar da un’altra taberna, pagandoli quello che si consumerá; e l’aremo in un tempo arrosti e allessi caldi caldi.

Giacomino. Veramente, quando a te piace, non hai par in astuzia e diligenza.

Cappio. Andrò ad attendere al fuoco e a vestirmi da tedesco.

Giacomino. Ed io attenderò ad accomodar la taberna.