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246 | la fantesca |
di Gerasto, e in estasi gli facesti l’ambasciata e ancor nel somno parli meco. Onde, per saper il vero di questo fatto, bisogna che aspetti o che ti svegli dal sonno o che tu digerisca il vino e che i vapori non ascendano al cerebro.
Granchio. Ed io vi dico che vigilando fui in casa di Gerasto e vigilando feci la vostra ambasciata, e, vigilantemente e stando in cervello, mi dissero che eravate giunto e me ne féro tornare a dietro.
Narticoforo. Alter de duobus: aut tu vigilanter sei stolto aut tu dormiendo imbriaco. Però decet, oportet, bisogna che con una buona ferola ti ecciti dal sonno, ché questa è la pozione e l’antifarmaco degli ubbriachi.
Granchio. Dico il vero.
Narticoforo. Servorum est falsitates et mendacia dicere. Tanto può esser vero questo quanto tangere caelum digito!
Granchio. Giamai dissi veritá magior di questa.
Narticoforo. Proh Iuppiter, che tu mi fai excandescere di rabbia! Mira se sei un búbalo: non ci hai trovati nel luogo dove ci lasciasti? come possiamo esser giunti prima di voi stessi? Furcifer, furcifer, ti prendi piacere di ludificarmi.
Granchio. Non potrebbe essere che questa Napoli non fusse quella che cerchiamo noi? quante Napoli son nel mondo? o forse in questa Napoli fussero piú Gerasti, e abitasse in qualche altra casa e io l’avessi preso in iscambio? Ma io dubito che voi per qualche altra via piú breve di quella che ho fatto io, siate stati in casa di Gerasto, e abbiate mangiato e bevuto bene, e siate tornato prima di me; e or mi diate la baia che mi muoio di fame.
Narticoforo. Eamus, ch’io vo’ concomitarti insino al luogo; né bisogna escusarti poi: — Ita mihi videre videbatur, mi parea un altro Gerasto, e mi parea che dicesse cosí, mi pensava cosí. — Turpe est dicere: «Non putaram», perché una buona ferola fará le mie vendette. Io ti farò baiular su gli omeri da uno arcipotente bastazo, e da duo pueruli ti farò tener le gambe, ché non possi recalcitare in praeceptorem — con «ae» diftongo, — e io con un corio bubále ti fustigherò ben le natiche.