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atto quarto | 169 |
di veritá. Vi dico il vero, non vi sono adulatore, se non l’avete per male; ma Iddio m’aiutará.
Filigenio. Iddio non aiuta forfanti pari tuoi.
Forca. Ma ecco Alessandro. Oh, siate il ben venuto: da lui potrete intendere il vero.
SCENA XI.
Alessandro, Filigenio, Forca.
Alessandro. Vengo desioso a trovar Filigenio mio amicissimo.
Filigenio. Anzi capitalissimo inimico; e vo’ piú tosto l’odio di molti, che la tua amicizia, ...
Alessandro. Questo è un principio d’una grande ingiuria.
Filigenio. ... poiché cosí trattate gli amici vostri.
Alessandro. Oimè, che dite?
Filigenio. Il vero. Con iscusa che fate piacere ad un mio figliuolo, fate a lui e a me un grandissimo dispiacere.
Alessandro. Questa è una maniera di notarmi d’infideltá, e queste parole pungenti fanno disconvenevole ogni convenevolezza, e io da ogni persona aspetterei di udir simili parole fuorché da voi, il qual non offesi mai in cosa alcuna, se pur non ho offeso in averlo soverchiamente riverito e onorato.
Filigenio. Cose indegne di buon vicino.
Alessandro. La sinceritá della mia fede credo l’avete veduta agli effetti.
Filigenio. Non merita questo l’amore.
Alessandro. Lassatemi dire.
Filigenio. Non voglio.
Alessandro. Ascoltate.
Filigenio. Non piú parole.
Alessandro. Io, io...
Filigenio. Anzi io...
Alessandro. Tacete, che non sapete quello che voglia dire.
Filigenio. Né voi sapete quello che voglio rispondere. Non meritava questo l’amor che vi ho portato; e v’ho stimato gen-