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atto primo | 7 |
Balia. Altro sí.
Erotico. Non piú, di grazia.
Balia. È forza dirlo per potervi rimediare.
Erotico. Oh, misero me!
Balia. S’è accorto il zio, ch’io sia stata la mezana de’ vostri amori; e m’ha proibito che non vada fuor di casa né che vi ragioni, con grandissime ingiurie e minaccie.
Erotico. Questo è l’ultimo crollo delle nostre ruine, che non possiam avisarci, né conferirci insieme gli appuntamenti nostri. Sulpizia mia che dice di ciò? come sta?
Balia. Sta piú innamorata e piú ostinata che mai. Voi sapete che, se tutte le donne al principio son ritrose ad amare, come amor pone la radice nella natura loro e vi penetra sul vivo, se ci attacca di modo che non può piú sradicarsene. Pensate poi che sará, quando si generano poi le radici delle radici? Ella sdegna la vita senza voi.
Erotico. Non deve sdegnarla, sapendo quanto amorevole e caro albergo ha nel mio core, e la certezza che amo cosí lei, come ella ama me, e come tutti i nostri pensieri son drizzati ad un segno.
Balia. Chi ama, teme, e teme sempre del peggio.
Erotico. Come può temere, se il nostro vicendevole amore cominciò da fanciullezza, dalle nostre libere volontá concordi insieme, e conservatosi poi si lungo tempo che non basta maligna stella a disunir tanta corrispondenza di amore? E se nel nostro amoroso corso ci accade qualche intoppo, abbia speranza che un giorno ci ristoreremo con tanta piú dolcezza, con quanta piú amarezza abbiamo passata una tempesta di cosí maligna fortuna.
Balia. La tempesta, che voi dite, passerá subito; ma la sua s’ingagliardisce da un rabbioso vento di gelosia, che ha inteso che Pardo disegna darvi Cleria per moglie, ed ella è insospettita che la bellezza di Cleria non vi distorni da amar lei, onde arde di un doppio fuoco: di amore e di gelosia.
Erotico. Io perda la vista degli occhi miei, se per altro gli ho a caro, che per mirar la sua bellezza, e se posso mirar altro che lei.