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6 la sorella


Trinca. Come lo farete capace della veritá, vi servirá, come or ci impedisce il servire.

Attilio. Andiamo a trovarlo: che usar viltá e cose che mi dispiacciono vo’ che per amor mi divenghino dilettevoli.

Trinca. Andiamo.

SCENA II.

Balia, Erotico giovane.

Balia. Ahi, quanto poco durano i diletti d’amore, e quanti sono quelli che sovrastanno! Povera figlia, bisognarebbe aver un cuor di turco, per non crepar di dolore. Ma dove troverò io Erotico, che è il sostegno delle nostre speranze?

Erotico. Come dalla mattina il primo negozio va in fallo, tutti vanno a roverscio in quel giorno.

Balia. Ma eccolo. Signor Erotico!

Erotico. O carissima balia! La fortuna muterá tenore, essendomi incontrato con la tesoriera de’ nostri amorosi secreti, con l’aurora del mio sole. Che novella m’apporti della mia dolcissima Sulpizia?

Balia. Cattiva, la peggior che sia.

Erotico. Dimmela, non piú tardare.

Balia. Mi dispiace di darvela.

Erotico. Non dovevi cominciare, se non volevi darmela.

Balia. Sulpizia è maritata.

Erotico. E con chi?

Balia. Con Attilio.

Erotico. Ahi, fortuna traditora, e che potevi tu farmi peggio?

Balia. Vi ha fatto peggio: che Orgio suo zio vuol che per questa sera si faccino le nozze, che la brevitá del tempo ne priva di consigli e di rimedi.

Erotico. Mi volevi dar una cattiva nuova, e or me ne dái due.

Balia. Fortuna non comincia per una né per due.

Erotico. Ecci forse altro?