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(91) Sublato vexillo, ut jussum est, e volani e con speda quinque subito naves: et quum ripus jarn adventarent,fncibus et omni materia qua alitur ignis, petitee assitluis jactibus, cani militibus jam conflagrai seni, ni veloci vigore pedoris excitus Imperniar signum sibi datum nostros, quoti margines jam tenerent, ut mandatum est, erexisse proclarnans, classali oinneni properare citis remigiis adegissef. Alimi., I ih. 24, cap. 10.

(92) Il passaggio del Tigri, c lo scalamento del canale descriresi da Zosimo, lib. 3, e più distesamente da Allindano, lib. 24 e da Greg. Ort., 4, pag. 106.

(93) Cyril. in Jul., lib. 10.

(94) Giuliano poterà seguitare le processioni di Venere c

celebrare le feste di lei, come pio pagano c sommo pontefice, ma il Grisostomo sembra fargli di ciò una colpa di mal costume. Il La-Bletcrie (a) cita io prora l’autorità di Ammiano, ma tralascia di osserrare con lo stesso autore (b), che questa era una calunnia imentata dai cristiani d’Antiochia. Ecco come S. Gregorio si esprime iotorno ai costumi di un principe che tenne la castità per sorrana rirtù, e che giusta il concorde sentimento degli storici pralicolla con monastica sererità. Propinationes porro, et pocula, quibus meretrices palaia publiceque poscebat, vicissimque poscebatur, mislerii obtentu petulan lem libidinem obvelans, quis non laude et admiratione prosequalur (e)?.

(95) Io traduco (d) quasi ad lileram le parole che S. Gregorio mette in bocca al Persiano. Quid, inquii, imperatori quid tam ignavum atque imbecillum de tanti momenti negotio

(a) Vie de Jul. pag. 347.

(b) Amm.,lib. 33, cap. 13.

(c) Orat. 4, pag. no.

(d) Orat. 4, pag. io 5.

Prefazione di S. P. atte Op. se. di Giuliano.