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(87) Nicomedia era slata distrutta dai tremuoti, e Giuliano si mostrò commosso alle sciagure di quel paese che aveva accollo ed allevalo la sua infanzia. Quanto all’ insolenza degli Antiochesi che prestò origine al Misopogono, dovremo fame menzione più innanzi nel nostro discorso.

(88) Excursalores quingentos et mille prieire dispostiti qui cautius gradientes ex atroque Intere, tiidemque a fronte ne quis repentinus irruerel prospeclahant. Ipse vero medio pedites regens, quod erat totius roboris firntamenlum: dextra legiones aliquas curii Nevtia supercilia fluminis prrestringere jussit Euphratis; corna vero laevum etc. Il centro era sotto lo speciale comando di Vittore, ma quando uopo alcuno non chiamava altrove Giuliano, egli solea trovarsi alla testa della colonna • di mezzo. Poco più rimane a fare in questo luogo all’espositore che seguitare Ammiano con diligenza, ma non debbo tacere che la lucida pittore che di questa guerra far seppe

il signor Gihlion, ha potuto singolarmente istruirmi.

(89) Descrivevi la marcia dell’esercito, e la conquista delle fortezze di Analo, di Titillila, di Acajalca, di Perisabora e di Magomalca in Ammiano, lib. 24, dal cap. al io.

(90) Il Kazianzeno che destina la quarta delle orazioni contro Giuliano alla narrazione dell’infelice esito della guerra persiana, volendo far conoscere che gli errori di lui erano opera del divino consiglio, che ad essere fabbro Iraevalo della propria rovina, trovasi costretto a deporre un istante lo stile profetico per assumere il descrittivo, nel quale riesce egualmente ammirabile. Ctesiphon enim arx firma est, captuque haud facilis, muris cocto lattee condirti, et alta fossa, pah 1strique ac limoso amne communita. Jlanc porro arx quoque altera firmiorem reddti (Chochen appellimi) pari tarn naturae quam ariti praesidio constructa, alteri arci ita conjuncta, ut unius tantum civtiatti speciem amine prabeant, quippe quae fluminis tantum divorilo inter se dividantur. Pag. 104. Vedi anche Amm., lib. 34, cap. 7.