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cipitati nell’inferno, venissero tuttavia nella terra per procacciarsi alleanza di scelleraggini, e trarre al loro partito le menti inesperte. Erano questi che sotto il nome e gli attributi di Giove, di Mercurio, d’Apollo ec., aveano esercitato le varie funzioni del politeismo, e sedotto gli spiriti sino alla venuta del Salvatore. S. Giuslino (a) ha potuto credere che dal loro commercio con femmine mortali fossero nati i giganti. Così Ani/tèit Genius, Deus ec. de’Gentili, che riceveva da un epiteto la benefica o malefica natura, col prevalere del cristianesimo conservò solo la seconda, e gli Dei ed i Genii rimasero diavoli.

(82) Questa è la durata che assegna alle gnerrc parliche Giuliano nei Cesari, dove Alessandro rintuzzando Giulio che impiccioliva le geslc persiane di Ini, risponde, che non dovevano poi dirsi sì spregevoli i Persiani, se dopo tre secoli di guerre non avevano potuto i suoi Romani sottomettere neppure il picciolo paese de’ Tarli. Lo Spanetnio (b) prova che il computo è esatto, comechè quel periodo rimanga interrotto da alcune tregue.

(83) Sebbene Ammiano affermi che la guerra persiana fosse stala necessaria a vendicare le passale offese, pure non dissimula che l’ambizione più ch’altro potè determinare il suo eroe: ornamenti s illuslrium gloriarum inserere Partici cognomenturn ardebat. Lih. 22, cap. 12. Lo stesso autore aggiunge: sciarli obtrectantes non Julianum sed Constantiurn ardores Particos succendisse, quum Metrodori mendaciis avidiits act/uievit, ut duduni relulimus piane. Lib. 25, cap. 6. Ne’ libri che ci rimangono non seppi rinvenire la più estesa narrazione qui promessa. Ccdreno nella sua Synopsis Jlistorica narra sotto

(a) Ces. de Jul. pag. 184, Brinar, n. 626. (l<) Apoi., 1, pag. 24.