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34 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA.

vena da un medico lasciasse correre il sangue infino alla estinzione della vita1.

Aureliano rassicurato l’impero uscì di Roma, e pervenuto ad Aquilea accostasi quindi alle Pannoniche nazioni, sapendo ch’elle andrebbero tra poco soggette alle Scitiche scorrerie. Mandò poscia esploratori coll’avviso di portare nelle città le vittuaglie, i quadrupedi, e quant’altro esser potea profittevole ai nemici; e’ pensava rendere di questa guisa operando maggiore la fame che travagliava di già gli Sciti. Valicatosi da costoro il fiume e battagliato nella Pannonia con dubbia sorte, il calar delle tenebre lasciò ad entrambi incerta la vittoria. Nella notte medesima i barbari tornati a tragittare il fiume, comparsa non a pena l’aurora inviavano messi per trattare di pace.

L’imperatore informato che gli Alamanni, legatisi colle più remote nazioni confinanti, stabilito aveano di molestare con iscorrerie l’Italia, pose nella Pannonia un grosso presidio, e curante a buon diritto assai più Roma ed i vicini luoghi, viaggiò a quella volta, e nei confini di lei presso l’Istro cimentata la sorte delle armi distrusse molte migliaia di barbari. In Roma trattanto

  1. Pollione diversamente narra il fatto: «Quintillo poi a motivo della breve durata del suo reggimento nulla potè operare che lo dichiarasse meritevole dell’impero. Egli nel diciassettesimo giorno di sua elevazione al trono manifestandosi vero principe col suo fermo e rigoroso contegno verso le truppe, fu di vita tolto nella stessa guisa di Galba e Pertinace.»