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vantaggio ricavato mai avesse la repubblica dalle dottrine di quelli (a)?.

(za) La dottrina di Platone nata 36oanni aranti G. C., dopo la varia fortuna che corso area nella scuola Alessandrina, e nelle posteriori dispute delle sette dei Docili e dei Gnostici, dopo che sotto il regno di Kerva, Dio stesso rivelando all’apostolo S. Giovanni che il Logos crasi incarnato nella persona del Salvatore, degnato area d’imporre un line alle dispute, risorta era con infausto corteggio di grossolane imposture nei platonici del terzo secolo, tra (piali riverivansi corifei e capi-scuola Plotino, e Porfirio suo discepolo, antecessore pur egli e maestro di Jamblico, che fu anlcssrgnano a vicenda della scuola del secolo vegnente. Il sistema religioso di Giuliano nella sua parte speculativa seguitava rispettosamente l’idec del primo maestro. Riconosce egli in questo sistema l’esistenza di una prima causa autrice dell’universo, aheterno immortale, ed invisibile agli occhi dc’mortali. Ogni immediata creazione della sua volontà, partecipa necessariamente degli’ attributi della sua natura. L’anima ragionevole è opera immediata della sua volontà: dunque ella è immortale. La perfezione del mondo fisico esigeva però degli esseri organizzati e caduchi. Se questi fossero stati P opera immediata di Dio, trasfondendo egli, come detto abbiamo, le proprietà della sua natura, gli enti creati sarebbero stati eguali al loro creatore, e la più vile delle cose create eguale a Dio. Fu dunque forza che per lui s’aftidassc un tal ministerio a inferiori potestà. A tale effetto generò egli varj ordini di minori Iddi, immortali si anch’essi, ma non per intrinseca condizione della loro natura; perciocchè tutto ciò ch’è costrutto può essere distrutto, ma pel volere di Dio, il (piale più possente della natura stessa, non può nell’ordine della sua giustizia,

(a) Jul., cpist. n. 7, 4j.