Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/454

104

intorno all’infanzia delle antiche. Il si®. Robertson (a) distingue in queste idee tre ponti, o stazioni diverse, a cosi dire. Le tribù in istato di natura sembravano non avere nessuna nozione di sovraumane potestà che al governo presiedessero dell’universo, quelle in qualche società riunite e che d’un passo allontanate erausi dalla nativa barbarie, riconoscevano nn politeismo puramente a difesa, a cosi esprimermi, o più presto una pluralità di Genj e di semidei a cui attribuivano le calamità della spezie, ed i disordini della natura, e cui imploravano non lauto pel conseguimento de’ beni, che per la cessazione de’ mali; e le tribù finalmente più incivilite, o, a parlare più adeguatamente, meno selvagge delle altre, professavano nn politeismo astronomico, assai somigliante a quello de’ Persiani. In una sola parte di credenza videsi un mirabile consentimento da nn capo all’altro d’ America: la dottrina della vita futura regnava del pari e tra le più barbare, e tra le più incivilite tribù.

Questa successiva mutazione d’idee religiose nel selvaggio può per avventura sembrare propria del suo progressivo dirozzamento. L’universo annunzia una potestà sovrannaturale, ma all’uomo contemplativo. Occorre che lo spirito consideri gli effetti onde conosca la necessità di ammettere la causa (i), e I’ uomo io istato di natura poco diverso dal bruto, trova ancora la sua mente a tale sforzo inferiore. Non così avviene della credenza di una vita futura. Ella è un sentimento del)’animo, non un’idea che proceda dalle operazioni dell’intelletto, una cara speranza infine della sofferente debolezza tanto più propria della vita selvaggia, quantochè questa accresce i mali della spezie, e così strettamente collegala al fa) Storia d’America, lib- 4, pag. 353.

(t) Ripeto qui un’idea del signor Robertson, che somministrò origine alla mia profezia.