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bcnchc direni da quelli de’ Greci e degli Egizj (zi), e la diviu.iz.ione inerente all’crcditariu sacerdoiio de’ Magi, tenera appo dì essi le reci di oracoli.

Maggiori, non solo, ma grossolane tracce di politeismo offrono gli Assiri, sebhcue abitanti lo stesso cielo de’ Persiani. Celebre è il tempio di Giove Belo, ed il cullo che da essi prestnrasi a Venere adorata sotto il nome di Milita, per cui ogni donna babilonese tenuta era a mescolarsi una’ rolla durante il Tjier suo con uomo forestiere (b). Mei tempio di Giove clic sorgeva sull’estrema di quelle torri l’ima all’altra sovrapposte, clic l’idea risvegliano di un osservatorio astronomici», non redensi, è vero, simulacro di nume alcuno, ma i Caldei affermavano che in quella vece il Dio stesso, a somigliamo di Apollo l.icio, visitava ogni notte la sua casa per giacervi con femmina mortale (c), onde statagli apparecchiala mensa c letto d’oro. Un simulacro però d’oro di Giove sedente, con isgabello d’oro, ride Erodoto in altro tempio posto inferiormente nello stesso sacrario di Belo, ed i sacerdoti assicurarono che un’altra statua di Gioie anch’essa e tutta d’oro, alla dodici cubili, erari stata non guari prima in quel sacrario medesimo. Vuoisi dunque da ciò conchiiidere che tempj c simulacri non vietava agli Assiri il lor colto, e forse un cenno essi meritavano da Winchelmann che pur tratta dell’Arte presso i Parti ed i Persi, ed attribuisce alla loro religione, lo scarso progresso che fecero nelle arti del disegno (</).; •

La legge di Mosè intesa principalmente a preservare il suo popolo dalla mescolanza di straniere religioni, gli proibisce il

(a) Erod, lib. i, n. i 4 o.

(i) Erod., lib. i, n. 199.

(c) Erod., lib. i, n. 158 c 1 83.

(d) Winclicl., Storia ec., lib. 1, cap. 5.