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LIBRO PRIMO. | 31 |
l’Ellesponto; arrivati al monte Ato e racconciativi i legni, assediarono Casandria e Tessalonica, alle cui mura condotte le macchine, erano per addivenirne possessori. Ma udito l’avvicinamento del principe con truppe indirizzaronsi ai luoghi mediterranei saccheggiando tutto il suolo presso Dobero e Pelagonia. Nel quale scorrimento, sopraggiunti all’imprevista dalla Dalmata cavalleria, giuntarono tre mila guerrieri. Appiccatasi dal resto battaglia coll’esercito imperiale, e molti dall’una e dall’altra parte spenti, i Romani erano per voltare le spalle; se non che pe’ sentieri non vedendo impresse mortali orme assalirono di sorpresa i barbari uccidendone da cinquanta mila. Qualche numero di Sciti passatisi nella Tessaglia e nella Grecia poneano dappertutto a sacco le contrade, nè potendo espugnarne le città, munitesi accuratamente di muro e d’ogni necessaria difesa, menavan seco le genti rinvenute ne’ campi.
Mentre i dispersi Sciti ivano errando siffattamente e perdendo gran quantità dei loro, Zenobia, mirando a più nobili geste, spedisce Zabda1 nell’Egitto, un Timagene di là signoreggiare volendo l’Egiziaca Palmira. Il duce pertanto raccolto un esercito di Palmireni, Sirj e barbari, e venuto alle armi con cinquanta mila Egiziani esce dall’arena di gran lunga vincitore, e posta nella città una guernigione di cinque mila combattenti, volge indietro i suoi passi.
Probo2, mandato dall’imperatore a purgare il