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30 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA. |
sella, accennava ai militi di tenergli dietro armati, nè attese tampoco le sue guardie, diede degli sproni al cavallo, il sicario pertanto, osservatolo senza difesa, tosto l’uccide.
Le milizie, per comandamento de’ loro capi, rimase immobili, Claudio ottiene l’impero, stato essendogli per comun voto anche da prima consentito. Auriolo a bastanza lungamente guardatosi dal cadere in potestà di Gallieno, mandò ambasciadori a Claudio con proposte di pace; arrendutosi, ha morte dalle milizie circondanti il principe, fervente in esse tuttavia lo sdegno a motivo dell’oltraggio l’atto, disertando, alle imperiali bandiere.
In questo tempo tutti gli Sciti sopravviventi, baldanzosi per la buona riuscita delle intraprese spedizioni, pigliati a compagni gli Eruli, i Peuci ed i Gotti, fecero massa appo il fiume Tira, versante le sue acque nel Ponto; di là fabbricate sei mila navi e postivi sopra trecento e venti mila guerrieri, mettono alla vela dirigendosi al Ponto; assalita quindi Tomis, città murata, furonne respinti. Proceduti oltre pervengono a Marcianopoli, della Misia, nè giunti a conquistarla sempre più inoltrano favoriti da propizio vento. Navigato in seguito allo stretto della Propontide le moltissime navi inette a reggere alla celerità del flusso, e disordinatamente in moto, non avendovi più ai timoni piloti, urtavansi a vicenda, cosicchè numero di esse affondò, e parte colle genti sopravi, parte vuote, raggiunsero i lidi con perdita d’uomini e di naviglio. Laonde ritiratisi da quello stretto navigarono a Cizico. Pur da quivi partiti a man vuote, dirizzarono le prore lunghesso