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vare il loro spirilo, ma, ciò che quasi importava Io stesso, proibito venne nelle scuole cristiane d’interpretare gli scrittori del gentilesimo (75), perchè disleal cosa era spiegare ad altri una teologica dottrina a cui la propria credenza ncusavasi. Non s’ordinò già di chiudere le chiese, ma si le chiese spagliate furono de’ loro beni, il clero delle sue immunità (7G), ed il culto del suo splendore. L’ariana superstizione premialo avea nel regno antecedente la distruzione de’ tempj, la pagana ordinò in questo a’Cristiani di rifarli a loro spese -, l’una accrebbe olire ogni onestò confine le ricchezze della chiesa c del clero) l’altra quelle de’ tempj e de’ pontefici, e presso un principe che nel palazzo e nella corte trasportalo avea la sobrietà non solo, ma le sozze insegne della cinica filosofia, le spese dfcl culto e de» sacrifizj polcronsi con maligna compiacenza confrontare a quelle occorrenti a suo cugino, onde mantenere gli eserciti degli eunuchi e de’ lavoriti, e le censure meritarono de’ più saggi pagani (77).

Un imperatore filosofo che duolsi di non potere a bastanza signoreggiare con la virtù la fortuna, onde rivolgerla a benefizio degl’nomini, obbliga a ricercare nella sua interna amministrazione l’esempio di una giustizia sempre invitta contro gli assalti delle proprie passioni. Nè è già nostra mente negare che tu’tta la vita sua un si glorioso contrasto non ci presenti, ma che non mai nella nobile pugna vinta la prima non rimanesse, la nostra ammirazione per quest’uomo straordinario non ci persuaderà ad affermarlo. L’eloquente inglese istofico del romano impero, già altre volte da noi