vasto e malagevole tratto di terreno, custodito dai barbari o da guarnigioni nemiche, ma attraversare eziandio nel luugo corso di seicento miglia il Danubio, che
una estesa catena opponeva di fortificazioni destinale
in ogni tempo a formar linea di difesa e frenare le incursioni de’ Quadi e de’ Sarmati, il principe congregò
le sue genti ne’ contorni del paese de 1 Raurachi, la moderna Basilea, ed affine di accrescere la fama delle sue
forze e colla prudenza assicurarsi dell’evento, le divise
in tre corpi (58), a’ quali tutti assegnò come centro comune di riunione le mura di Sirmio, capitale dell’Illirio. Il primo sotto il comando di Giovio c di Giovino
ebbe ordine di marciare colle chiuse sue file c con sospeso passo c prudente per la strada delle Alpi, e lungo
restremità settentrionale d’Italia, ad osservare per avventura le forze ch’ella avesse potuto muòvergli contro-,
l’altro, guidato da Nevita, prese il cammino della Rezia
e del Norico, ossia della Baviera e del Tirolo, a premunirsi in qualche guisa dall’insidie degli Alemanni già
da Costanzo invitati a sollevarsi, e riserbo a se stesso
il terzo, composto di solo tre mila volontarj, e la parte
più ardua c pericolosa dell’impresa, quella cioè di pe-.
netrare nella capitale dell’lllirio seguitando il corso del
Danubio, c navigando in mezzo alle fortificazioni nemiche) azione di tale e tanta temerità che la testimonianza dell’istoria a fatica ci persuade ch’ella abbia potuto eseguirsi con sì poche forze. Il prospero suo riuscimento non poteva però non dipendere in ogni guisa
dalla rapidità de’ movimenti di Giuliauo, c dalla estrema cautela con cui nascosa avesse la sua marcia. Il