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delle parole. Se vero è, siccome egli ad ogni piè sospinto ripete, che fu a lui giuoco forza cedere all’impeto de’ soldati, se penetrato dal suo dovere sdegnava quella non legale elezione, che cosa poteva vietargli di deporre a’ piedi del suo principe la porpora assunta violentemente? ei non palesavasi reo tranne che allora, quando dichiarava di volerla ritenere con Tarmi, ed il magnanimo rinunziamento non avria potuto non convincere suo cugino, ch’egli godeva in lui d’un fedele e leal servitore. Dove anche sicuro non fosse stato un tale consiglio, non ispettava alla severa virtù di un filosofo T esitare fra i pericoli ed i doveri.

Non pertanto un dirà, se la mancanza di figli in Costanzo, già essere facea Giuliano l’erede presuntivo dell’impero, in qual guisa immaginare che un savio principe voluto abbia con pericolo della sua fama, commettere all’arbitrio della guerra e della fortuna, ciò che poco dopo con onorevole sicurezza il naturai corso degli avvenimenti fatto gli avria conseguire? Ma dove anche sembri che il trono romano una si abbagliante luce sfavillar non dovesse agli occhi d’un giovane principe onde cercar di pervenirvi alcuni anni prima, dove bello non fosse il rapirlo ad un acerrimo nemico, e non sia vero che alcuni magnanimi spiriti amano più presto conquistare la fortuna, ch’essere de’ suoi doni eredi infingardi, Costanzo era ancora nella giovane età di quarantacinque anni, e già il suo secondo matrimonio con faustina dato aveagli una principessa (55).

Assai più malagevole riuscirà, dove un qualche peso avessero queste nostre conghietturc, l’accordare le lu-