umili dottrine del sacerdozio, cresciuto fra i boschetti
dell’accademia cd all’ombra dei pacifici studj, potuto
abbia nella battaglia di Argenloro (38), con un esercito
di soli tredici mila uomini posti a fronte d’innumerevoli barbari comandati dall’istrutto valore di Cnodomero (59), palesar di riunire in sè l’arte, e i talenti di
un antico condottiere d’eserciti, il personale valore d’un
giovane eroe, ed emulare in un comune teatro le azioni
e la fama del primo e del più illustre dei Cesari? Costretto a scemare a così dire la sua stessa gloria onde
soverchia non balenasse agli occhi dell’invidia, a premunirsi dagli aguati de’ satelliti di Costanzo intesi a
preparargli opportunità di pericolo e di rovina, tradito
a vicenda dalla negligenza de’ suoi capitani e dalla perfidia de’ suoi ministri, che quelli erano del principe,
liberò non pertanto in tre successive campagne la Galli» dagli Alemanni, varcò quattro volte il Reno, assicurò le sussistenze delle provincie, debellò i Franchi
stimali sino allora per numero c per valore invincibili,
e tanto mise ne’ barbari terrore delle armi romane, che
più uscire non osarono, finchè ei visse, dai loro boschi (40). Possedeasi sopra ogni credere la malagevole
arte di trasfondere nel soldato, non l’abitudine di una
servile obbedienza verso il suo capitano, ma sì di quella
che generata dal merito, animosa e spontanea va del
paro, a così dire, con la volontà. Semplice e popolare nei
modi, ed anche de’ più minuti travagli della guerra
partecipe,’, liberava il comando dalla superbia che gli è
propria, e rendcalo quasi consiglio d’eguale, fermo
nella volontà, liberava la domestichezza dal pericolo