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presso aver confermata l’apostasia di Giuliano, non possono averla determinata nel primo aprile dell’età sua.

Una religione che pel corso di venti e più secoli avea sola, o con lieve differenza di riti, governato le coscienze del mondo antico (11), che con assidue pratiche guidando il credente da’ più minuti e giornalieri negozj della vita domestica, sino a’ gravissimi della pubblica e civile, quella particolar forza esercitare dovea sugli spiriti che di costante e cotidiana abitudine è propria, che ai sensi specialmente rivolta, personificava le passioni nel tempo stesso che lusingavate, e priva di un regolare sistema di dottrina, una gradita libertà di pensiero e di credenza lasciava (12), svelta sì di leggieri essere non poteva da un’altra, non più che un mezzo secolo innanzi divenuta fede dello Stato (13), e che tutta racchiusa nella sublime oscurità delle sue speculazioni, ordinava una illimitata sommessione, un semplice culto, ed il generoso sacrifizio de’ proprj affetti come la sola Ostia propiziatoria di un Dio misericordioso. E veramente, nè l’efficace ed illuminato zelo di Costantino, nè i proibitivi suoi editti, nè il pio furore od i più generali divieti di Costanzo, aveano potuto far sì che aperti non fossero tuttavia i tempj nelle città e nelle campagne, ed il culto degli Iddii non venisse ancora pubblicamente esercitato (14). Il tempo che distrugge ogni cosa, fortifica le opinioni religiose, e l’abituale usanza di un errore, per grossolano ch’ei sia, cresciuto in noi coll’infanzia e da tanti prestigi sostenuto, si converte nella nostra mente, dirci quasi, in una innata