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LIBRO SESTO 307

la regione dell’Armorica di parità e le altre Galliche provincie imitaronne l’esempio cacciando i Romani magistrati, e da lor posta formando una foggia di repubblicano governo.

Questa ribellione della Britannia e delle Celtiche popolazioni avvenne mentre Costantino sedea in trono, datisi i barbari alle devastazioni colpa la negligenza del suo impero. Alarico in Italia, non ottenuta la pace mediante le fatte proposizioni nè ricevuti gli statichi, assale di nuovo Roma dichiarando espugnarla colla forza se la cittadinanza ricusasse di parteggiare seco e di mettersi in campagna contro ad Onorio augusto, ma vedendo indugiare la risposta cinge la città d’assedio. Incamminatosi quindi al porto e consumativi nel combatterne il presidio alcuni giorni perviene finalmente ad impadronirsene; trovandovi inoltre ascosa tutta la vittuaglia della città protestò valersene a beneficio delle proprie milizie, se gli assediati adempiuto non avessero con prestezza alle sue inchieste. Laonde il senato, raccoltosi, pigliò a discutere quale si fosse il miglior partito da’ seguire, ed a pieni voti convenne di prestare obbedienza ad Alarico, più non avendovi mezzo di campar testa al non ricevere dal porto annona veruna. Presa questa risoluzione mandano al nemico legati chiamandolo entro le mura, ed accomodandosi agli ordini da lui avuti collocano Attalo prefetto della città ed ornato di porpora e diadema in alto ed augusto trono; il quale di colta inalzò Lampadio alla prefettura del pretorio e Marciano a quella di Roma. Consegnò in pari tempo le militari prefetture ad Alarico ed a Valente che per lo