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306 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

prigioni, salvatisi colla fuga i loro germani, Teodosio1 e Lagodio, l’uno in Italia, nell’Oriente l’altro. Costante, dopo tali vittorie nella Spagna, tornò presso il genitore seco recando Vereniano e Didimio, e lasciando Geronzio a custodire colle Galliche milizie il sentiero che dai Celti mette in Ispagna, quantunque gli Spagnuoli eserciti offerti si fossero a guardarlo, giusta la consuetudine, eglino stessi2, bramosi di evitare che gli estranei avessero la difesa della propria regione. Vereniano e Didimio arrivati laddove soggiornava Costantino ebbero prestamente morte.

Costante in seguito accompagnato dal duce Giusto passa novamente, per ordine del genitore, in Ispagna. Geronzio offesone amicasi quelle truppe ed instiga i barbari nella regione de’ Celti a ribellare da Costantino, manchevole di forze per reprimerne il commovimento, avendo la maggior parte delle sue milizie in Ispagna, ed eglino, oltre al Reno impadronitisi di tutto, sospinsero gli abitatori dell’isola Britannica insiememente con alcune Celtiche popolazioni a sottrarsi dal Romano impero, nulla curandone le leggi, ed a vivere secondo il proprio volere. Costoro dunque impugnate le armi ed espostisi ad ogni pericolo, bramosi di evitare le imminenti sciagure, liberarono le città dalle ostili minacce. Tutta

  1. Teodosiolo (Sozom., lib. IX, c. ta).
  2. Gli Spagnuoli non avendolo potuto impetrare, P. Diacono scrive: Date ai barbari da custodire le gole del monte Pireneo, tutte le feroci genti che infuriavano per le Gallie introdotte vennero nelle provincie Spagnuole.