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LIBRO PRIMO. 21

iva fortificandosi del suo meglio, e deputava il duce Valeriano a condurre le Galliche e Germane legioni. Emiliano con prestezza somma trasportata avendo in Italia sue genti, all’avvicinarsi degli eserciti le truppe di Gallo vedendosi molto inferiori di numero, ed in pari tempo considerando la infingardaggine e negligenza del comandante loro, uccidonlo insiem col figlio, ed una parte di esse corre ad unirsi all’esercito d’Emiliano; il fatto sì parea dare stabilità all’impero.

Valeriano passato in Italia colla soldatesca in gran numero raccolta di là dalle Alpi, ritenea vincere prontamente Emiliano; le costui genti allora mirandosi comandate meglio alla foggia militare che a quella imperiale, come disadatto al trono mettonlo a morte.

Valeriano con generale approvazione asceso al supremo potere, dedicatasi a comporre idoneamente le comuni bisogne. Gli Sciti a que’ dì oltrepassarono i proprj confini, ed i Marcomanni anch’eglino, guastando con iscorrerie i luoghi presso alle Romane Frontiere, sospinsero Tessalonica ad estremo periglio. Se non che li suoi abitatori animosamente e con grandissima fatica resìstendo al nemico, obbligarono, abbandonato l’assedio, a ritirarsi. Tutta la Grecia era sottosopra. Gli Ateniesi misuravano lor mura, trascuratele affatto dopo l’epoca in cui furono da Siila rovinate. Que’ del Peloponneso circondavano anch’essi l’istmo di muro, ed in tutta la Grecia aveanvi pubbliche guardie a difesa della regione.

Valeriano, osservato il perìcolo minacciante ovunque il proprio dominio, associasi nell’impero Gallieno, sua prole, e, da ogni banda incalciandolo gli affari, pi-