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294 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

l’imperatore Onorio cominciò il suo ottavo consolato in Ravenna, e Teodosio augusto il terzo in Oriente. Il tiranno Costantino1 manda in seguito eunuchi ad Onorio chiedendogli perdono della sua elevazione al trono, e adducendo che ben lunge dall’usurparlo di moto proprio, offertogli dalle sue truppe stato era costretto violentemente ad accettarlo. Il principe ascoltatili e considerando che non di leggieri penserebbe ad altra guerra infinattantochè i barbari militanti sotto Alarico fossersi così dappresso, rammentando inoltre i suoi parenti (2 Vereniano e Didimio) ritenuti in quelle carceri, consentito alla dimanda, inviogli di più una imperiale veste. Ma indarno pur troppo curavasi de’ prigioni spenti prima della inviatagli ambasceria; licenziò quindi gli eunuchi.

Del resto sin qui rimasa in pendente la pace con Alarico, l’imperatore consegnati non avendo gli statichi né soddisfatto ad altre condizioni, il senato manda a Ravenna gli ambasciadori Ceciliano, Attalo e Massimiano, i quali, avvegnachè deplorassero le sciagure della città ed amplificassero in tragico modo la copia dei morii, nulla ottennero, Olimpio sconvolgendo il tulio ed impedendo la esecuzione dei giusti provvedimenti. Dimessi dunque i legati senz’aderire allo scopo di lor

  1. Dai militi eletto senza merito di virtù, i quali fondavano loro speranze soltanto nel nome. T. S.
  2. Paolo diacono (lib. XIII) nomalo Veridiano. Il quale con Didimo, pigliati i proprii famigliari e servi, tentò liberare sè stesso e la patria dai tiranni. T. S.