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282 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

i barbari suoi favoreggiatori e gli altri famigliari, dato di piglio alle armi pongonsi ad aspettare l’esito di cosiffatte mene. Aggiornatosi, le truppe entrano, presente il vescovo, nella chiesa, e con giuro asseriscono al rifuggitovi che non aveano mandato di ucciderlo, ma solo di custodirlo. Uscito non di meno della chiesa, mentre era dai militi guardato, i portatori del primo foglio ne producono altro colla sentenza di morte per delitti commessi verso la repubblica. Eucherio, sua prole, intrattanto si diresse, fuggendo, a Roma. Quando poi dovessi condurre il prigione a subire la capitale condanna, i barbari, quanti professavangli benivolenza ed in addietro famigliarità, nè basso erane il numero, statuito aveano con pronto impeto di liberarlo, ed accinti sarebbonsi all’opera s’egli, usando minacce ed intimorendoli, riuscito non fosse ad impedirne l’attentato; dopo di che in certo qual modo presentò al ferro il collo, uomo per modestia superiore a tutti coloro surti allora al sommo potere. E di vero avvegnachè unito in matrimonio alla nipote del maggior Teodosio, fidati alla sua cura gli imperj d’ambo i costui figli, ed anni ventitrè ritenuto il comando supremo delle milizie, non videsi mai accordare, mediante danaro, magistrature, o trarre guadagno dalla militare annona. Padre inoltre d’unico figlio prefissegli a limite d’ogni elevazione di grado l’uffizio di tribuno de’ notai (nome della magistratura) senz’andare in cerca di altra più eminente onoranza. Acciocchè poi i bramosi di tutto conoscere non ignorino anche il tempo della sua morte la riferiamo avvenuta dieci giorni prima delle calende di