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272 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

schiere di confederati inviategli dalle genti Alane ed Unne, e senza attendere il nemico, tragittato coll’esercito l’Istro, d’improvviso lo assale, molti e molti uccidendone, per modo che ben pochi giunsero a campare la vita, i quali annoverati vennero infra’ Romani aiuti. Tronfio, nè a torto, per la riportata vittoria, quasi da tutti ricevendo corone, tornava colle milizie, liberato avendo, fuor dal comune pensamento, l’Italia dai temuti sinistri. Di là camminato a Ravenna (metropoli della Flaminia, vetustissima città e colonia de’ Tessali nomata Rene, mainò per essere stata edificata da Remo germano di Romolo, come scrive il Tebano Olimpiodoro, che dovuto avrebbe lasciare siffatto racconto a Quadrato, il quale nella storia dell’imperatore Marco tale parlò di lei), di là, ripeto, avviatosi a Ravenna onde coll’esercito volgere di subito il passo alle città Illiriche per distaccarle, insieme con Alarico, dall’impero d’Arcadio e unirle a quello di Onorio, incontrovvi due ostacoli, vogliam dire, la voce propalatasi della morte del suo alleato, ed una lettera del principe Onorio, portata da Roma, con entrovi la nuova che il ribello Costantino, uscito dell’isola Britannica, erasi avvicinato alle transalpine genti usurpando nelle città prerogative imperiali. Parve tuttavia dubbia la morte di Alarico infinattantochè persone arrivate palesarono qual fosse la verità; il grido poi diffuso all’intorno sopra i divisamenti di Costantino meritò general fede. Stelicone pertanto, impedito dallo accingersi alla spedizione Illirica, avviasi a Roma per consiglio sopra quanto fosse di convenienza operare.