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LIBRO QUINTO 265

tema gli agricoltori1 ..... paventando cattivi trattamenti. Dopo di che, pigliarono terra nell’Epiro, e nel consultare intorno alla propria salvezza, incerta per P enormità del misfatto, accordarono mezzo alla fuga de’ loro prigioni; havvi parimente chi vuole fossero con danaro accommiatati; comunque sia, questi entrati fuor d’ogni speranza in Costantinopoli mostraronsi al principe, al senato ed a tutta la popolazione.

Crebbe in appresso l’odio portato dall’augusta2 a Giovanni pontefice de’ cristiani; ella ben anche precedentemente disamavalo, solita nelle pubbliche adunanze ad esser punta da lui concionando alla plebe. Non di meno solo in allora dopo il ritorno di esso


  1. Indarno si cercherà di supplire tal vano ove non ricorrasi a congetture. Il senso dunque che si può ricavare dagli antecedenti è questo. Da pezza Gaine addimandato avea che fossongli consegnati, onde punirli, Aureliano, Saturnino e Giovanni. Costoro, com’è ragionevole di supporre, messi furono da Gaine in carcere per gastigarli quindi a suo piacimento. Ora Fraiuto, dopo l’uccisione di Gaine, datosi a perseguitarne le poche truppe rimase, i custodi accordarono di proprio arbitrio la fuga ai prigioni loro consegnati, per tema di capitar male cadendo nelle mani del Romano duce. T. S.
  2. Eudossia, per la cui opera fu sbandeggiato il santo vescovo Giovanni Crisostomo, richiamato poco dopo da Arcadio, vedendo il popolo tumultuante a difesa del proprio pastore. Se non che, proseguendo questi di poi, armato dell’egual zelo, a riprendere l’augusta di colpe a lei ben note, fu novamente mandato in bando nel Caucaso. T. S.