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18 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
alla Tracia. Il perchè Decio, assalitili, e vincitore mai sempre ne’ combattimenti, lor toglie la fatta preda, e ad impedirne il ritorno alle proprie case tenta ogni mezzo, chiudendo i passi, di affatto sterminarli, ond’e’ non avessero in seguito a rivenire con nuove truppe. Al qual uopo consegnato a Gallo sufficiente milite, e postolo a guardare la ripa del Tanai, egli, condottiero delle rimanenti legioni, vie più avvicina il nemico. Procedendo giusta i suoi desiderj la impresa, Gallo rivoltosi a macchinar novitadi, invia messi ai barbari esortandoli a seco unirsi per tendere insidie all’imperatore. Queglino, cupidissimamente accogliendone la proposta, nè abbandonando il traditore i margini dell’antedetto fiume, divisi in tre schiere, pongono la prima attelata laddove il luogo presentava di fronte la palude. Quivi, dopo molta strage di essa fatta dalle genti Deciane, sopraggiunge eziandio la seconda, e similmente fugatala compariscono pochi militi della terza lunghesso la palude. Ora Decio, consigliato dal fellone d’investirli lì entro, imprudentemente, non conoscendo il suolo, inoltratovisi colle truppe avviluppato rimane dalla melma; gli Sciti allora saettando da ogni parte dando così morte ad esso ed a tutte le sue genti, nessuno affatto riuscito essendo a togliersi da quell’impaccio. Decio, retto egregiamente l’impero, soggiacque a tal fine.
Non a pena salito in trono Gallo e dichiarato augusto il figlio di Volusiano, per indurlo a tacere le sue insidie contro alla vita di Decio e delle truppe, gli Scitici affari pigliarono a correre prospera fortuna. Imperciocché oltre all’accordar loro qualche annuale somma