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250 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

nell’acqua, facendone gran risa il traditore, e quel meschino, trascinato dall’impeto del fiume, rimanendovi affogato.

Le nimicizie di Stelicone ed Eutropio addivenute manifeste, vanno per le bocche di tutti, ed infra gli scambievoli odii degli animi loro, e’ scherniscono licenziosamente al sommo le popolari calamitadi, il primo unito già avendo in matrimonio la figlia Maria al principe Onorio, e l’altro governando quasi gregge i sudditi d’Arcadio. Poichè se aveavi qualche ottimo possedimento, egli, spogliatone il proprietario, lo annestavano al patrimonio loro; di pari guisa ove trovavasi oro ed argento, a sè il traevano senza riguardo veruno ai legittimi padroni, fidata essendo a copiosa turba di calunniatori la difesa di tali vituperj.

A questi andamenti di entrambe le monarchie, tutti gli ottimati dell’ordine senatorio con isdegno soffrivano l’oppressa e misera condizione de’ governati, ma Gaine particolarmente, il quale non riportava l’onoranza dovutagli come più anziano duce, nè la insaziabilità d’un barbarico animo esser potea sbramata con doni; vie peggio infine travagliato dal vedere tanto danaro scorrente nell’abituro d’Eutropio, nè moderare potendo la sua ira a cosiffatto procedere, strigne lega con Tribigildo, uomo pronto ad incontrare perigli, dispostissimo ad ogni cimento e comandante non delle equestri coorti Romane, ma delle barbariche di stanza nella Frigia, ricevutone dal principe il grado. Questi finge di volersi avviare colà per rassegnarvi le sue truppe, e così pretestando abbandona Costantinopoli. Quindi, postosi