Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/273


LIBRO QUINTO 247

colla sua liberissima favella nulla ottenne, e la molto commendata sentenza di Saturnino vinse il partito.

Timasio condannato al bando ed a menar sua vita nell'Oasi1, èvvi da pubblici satelliti condotto; luogo in verità sterilissimo e donde niuno, messovi una volta piede, sperar può di sottrarsi. Poichè ai trasferiti là entro un suolo arenoso, vastissimo e deserto, vieta ogni comunicazione coll’esterno. I venti inoltre distruggono, empiendole d’arena, le orme impresse da viandanti, nè vi rinvieni albero o casa donde trarre qualche indizio per non ismarrirti. Corse non di meno voce generale che Timasio ne uscisse per opera del figlio Siagrio, il quale evitando i suoi persecutori ed assistito da qualche predoni, giunse a ritrarnelo. Ma se il grido fosse verità o sparso nel volgo dai favoreggiatori di Eutropio, non fuvvi alcuno pronto ad asserirlo con certezza, nè più da quel tempo comparvero così Timasio come Siagrio. Bargo, il quale campato avea dal timore d’ogni pericolo Eutropio, dileguatosi in costui il sospetto della nimicizia di Timasio, riceve la prefettura d’una coorte militare donde avere facile guadagno, e deluso nella speranza di maggiori doni parte, ignorando che Eutropio, dopo l’indegna sua azione contra il benemerito Timasio, pagato avrebbelo dell’egual moneta. Obbligato dunque dall’officio conferitogli ad allontanarsi dalla città, quegli persuadene la consorte, non senza motivo già in discordia col marito, di presentare al principe

  1. Ove, per decreto di Teodosio, fu anche Nestorio confinato. Evagrio, lib. I, c. 7.