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LIBRO QUINTO 245

ciso, portanne da per tutto nella città in giro la mano, addimandando a quanti avvenivansi elemosina per lo incontentabile.

Rufino di questa guisa, dopo intollerabili mali recati a molti, pagò il giusto fio de’ commessi delitti alle infernali Furie. Compiute in ogni lor parte le trame di Stelicone contro a Rufino, Eutropio con assoluto potere soprantendea a quanto nella reggia era ponderato. Converti a simile in proprio il più de’ beni spettanti all’ucciso, concedendone pur altrui quel tanto ch’e’ si pareano averne qualche diritto. Alla consorte poi ed alla figlia di lui, rifuggitesi per lo timore nella chiesa de’ cristiani ad evitare egual morte, egli, obbligata la sua parola, permise di navigare alla città di Gerusalemme, domicilio una volta de’ giudei, ma poscia sotto l’impero dì Costantino abbellita con edifizj dai cristiani, ov’elle passarono il resto della vita. Determinatosi finalmente ad allontanare tutti gli autorevoli personaggi, onde non avessevi altri, da sè in fuori, che s’approssimasse in potenza al monarca, tende insidie, senza veruna legittima causa a Timasio, infino dall’impero di Valente fregiato dell’onoranza di maestro delle milizie, e che in più guerre prestato avea il suo aiuto; era la calunnia appostagli del tenore seguente.

Bargo, originario della Siriaca Laodicea e venditore di salsicce nel foro, campato per delitti commessi in Laodicea de’ Sardi, comportandosi da quel che era, acquistossi colle sue malvagità rinomanza. Timasio ito colà ed osservandolo faceto e di maraviglioso artificio nel conciliarsi facilmente, adulando, ogni ceto di gente