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LIBRO QUINTO 239

perial servigio, esorta il principe, celebratagli l’avvenenza della fanciulla, ad impalmarla, ed osservandolo non mal volentieri udirne parlare mostragliene il ritratto, ch’ebbe possa di invaghirlo maggiormente; persuasegli infine di sposarla. Rufino ignorante di queste faccende ritenea in breve compiersi le imperiali nozze con sua figlia, e tra poco addivenire egli stesso collega del principe nell’impero. L’eunuco poi condotte a termine le sue pratiche ordina al popolo di tripudiare, e cingersi il capo di ghirlande, giusta la usanza nelle imperiali nozze. Pigliate in seguito dalla reggia le vestimenta convenevoli alla principessa ed i femminili ornamenti consegnali agli imperiali servi; quindi preceduto dal popolo attraversa con essi la città. Tutti, nella credenza che fossersi arnesi destinati alla figlia di Rufino, unisconsi al convoglio. Venuti, col proceder oltre, alla casa di Promoto, e date queste arre sponsalizie alla vergine donzella educata presso di lui, appalesano qual sia per essere la imperiale sposa1. Rufino al mirare il principe contrarre matrimonio con altro suggetto, conoscendo le sue speranze deluse, escogita nuova impresa tendente a levar di mezzo Eutropio.

Tale andando gli affari sotto l’imperatore Arcadio, Stelicone, posto al governo dell’Occidentale impero, sposa al principe Onorio la figlia avuta da Serena, prole di altro Onorio fratello di Teodosio genitore dei principi. Consolidata pertanto in grazia della ottenu-

  1. Eudocia, al cui incitamento fu sbandeggiato il Crisostomo dopo cinque anni di pontificato in Costantinopoli. T.S.