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224 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

ganza; così favellato parte ad affrontare i barbari, e trovatili diretti ad uccidere un Romano tuttora nel sonno immerso, ne mena cotanto eccidio che o nessun di essi o ben pochi, da capo acquattatisi in que’ pantani, giunsero a salvamento.

Tanto accadde all’imperatore Teodosio dopo la uccisione di Massimo. Tornato quindi a Costantinopoli piena la mente di grandi speranze per la nobile vittoria sopra il nemico riportata, ed in pari tempo recandogli cagione di mestizia gli imprendimenti eseguiti dai barbari ascosi nelle paludi, risolvè di più non pensare a battaglie e guerre1. Commesso dunque a Promoto siffatte cure, egli rammentando il suo primo tenor di vita, lautamente banchettava, iva con passione rintracciando piaceri e prendea gran diletto nel frequentare teatri e circhi. Laonde non posso a meno di ammirarne la vita pieghevole a due si disparate condizioni, poichè, dedito per natura alla poltroneria ed ai ricordati vizii, quando angustiato non era da triste e spaventevoli calamitadi allentava il freno alle inclinazioni portate seco nascendo: se poi urgenti casi dato avessero a temere lo sconvolgimento dei pubblici affari, metteva in tacere la pigrizia, e posti in obblio i sollazzi mostravasi d’animo virile, e tollerante delle fatiche e degli sconforti. Così appunto egli essendo, come venne dall’esperienza chiarito, liberatosi ora da ogni tedio

  1. Socrate narra diversamente il fatto. V. Stor. Eccl., lib. v, c. 14.