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LIBRO QUARTO | 217 |
Valentiniano. Teodosio, all’udirne, da maraviglia sopprappreso, mette in obblio alcun poco il soverchio lusso ed il fosse correr dietro alle voluttadi. Tenuto quindi consiglio, fuvvi deliberato ch’egli con parecchi senatori battesse il sentiero di Tessalonica. Giuntovi, si consultò di nuovo intorno alle rimanenti operazioni, ed unanime fu il voto di punire Massimo delle reità commesse; male addicendosi il mirare tuttora vivente il carnesice di Graziano e l’usurpatore di quel regno, privato avendo il germano, quasi non pago ancora, di quanto gli competea. L’imperatore avverso a queste reminiscenze per quella sua naturale effeminatezza ed infingardaggine di vita in lui sin qui dominanti, mostrasi poco disposto a cimentarsi colle armi, adducendo i mali cagionati dalle civili guerre, e le mortali piaghe che necessariamente ne proverrebbero da ogni banda alla repubblica; divisava in cambio di far precedere un’ambasceria, e se il ribello consentisse restituire a Valentiniano i fraterni dominj ed ottenere la sua quiete si dividerebbe, non dipartendosi dalla primiera forma, infra tutti l’impero: ove poi dall’avidità si lasciasse vincere, e’ procederebbe di colpo a guerreggiarlo. Contro a siffatta proposta nessuno de’ consultori osava profferir suggerimenti in qualche modo più vantaggiosi all’universale.
Giustina allora, non priva di esperienza negli affari, nè mancante di lumi per dar loro migliore andamento, e conoscendo l’animo di Teodosio propenso ad amorose passioni, mettegli innanzi Galla sua prole, donzella di avvenentissime forme, ed abbracciandogli le gi-