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LIBRO QUARTO 215

per virtù somma, ebbesi la prefettura di tutta la Palestina.

A tale ridotti gli affari dell’Oriente, della Tracia e dell’Illirico, Massimo reputando sconvenevole alla sua persona il comandare a que’ soli popoli da prima suggetti a Graziano, mulinava spogliare del regno Valentiniano, se dalla fortuna assistito, o almeno, deluse quanto alla totalità le concepite speranze, della parte maggiore che dato fossegli conquistare. Dominato da questo desiderio apparecchiasi al passaggio delle Alpi ed a metter piede in Italia; ma notando che necessariamente calcare doveansi angusti sentieri e disastrosissimi poggi confinanti con laghi e paduli, unicamente d’accesso a lenti e con grande agio viatori, non già ad eserciti, andava in traccia, sospendendo la partenza, di miglior consiglio. Valentiniano frattanto da Aquilea mandagli chiedendo maggior sicurezza d’una stabile pace, ed egli con dissimulazione accoglie d’ottimo grado la dimanda. Laonde il principe spedisce colà Donnino originario della Siria, di molta intrinsichezza e poter sommo presso di lui, ritenendolo per fedeltà e maneggio degli affari superiore ad ogni altro; il perché senz’aprirsi con persona, stabilito avea di fidare in ispecie a costui le fatte deliberazioni. Donnino, presentatosi a Massimo ed espostagli brevemente la sua mandata, riceve graziosissima accoglienza, prodigati venendogli sublimi onori e sì larghi presenti da persuaderlo non avesse l’imperatore Valentiniano amico eguale a Massimo; questi infine spinse tant’oltre l’inganno che cedettegli eziandio qualche numero delle sue truppe, onde l’imperatore vie