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212 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

primi, diede loro congedo aescandoli eziandio con doni, speranzoso di trarli spontaneamente, in virtù di tanta clemenza, a seguire le sue parti; opinava d’altronde valersene con profitto nel guerreggiare Massimo.

Promoto dunque conservando la prefettura della Tracia teneasi di celato pronto alla guerra da noi ricordata. Qui giova riferire nuovo caso avvenuto in quel tempo. Nella Scizia contigua ai Traci havvi città di nome Tomos, ove Geronzio, uomo robustissimo di membra ed atto ad ogni bellica fazione comandava il presidio; fuori dalle sue mura soggiornavano parecchi barbari collocativi dall’imperatore, fatta scelta dei valentissimi, e donde i corpi dalla natura conseguito aveano assai pregevoli doti e gli animi erano, senza pari, di gran coraggio forniti. Costoro, mercè dell’imperial favore vie meglio nutriti e guiderdonati della rimanente soldatesca, anzichè ricompensare le molte cortesie ricevute mostrandosi benivolenti, ivano dispregiando il prefetto e vilipendendo le Romane truppe. Laonde Geronzio conosciutone il mal animo e le pratiche formate entro quelle mura per isconvolgere lo stato della repubblica, determinossi a punirne l’insolenza e le villanie, palesando i fatti concepimenti ad alcuni prudentissimi suoi militi. Se non che al mirarli per lo timore titubanti, paventandone l’andatura stessa, egli impugna le armi ed apprestatosi con pochi seguaci a combatterli, spalancate le porte, esce di Tomos. Le truppe o assonnate ancora, o quasi da ceppi ai piedi strette, ovvero montate sulle mura aocchiavano l’esito dell’imprendimento; i barbari poi schernivano la paz-