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208 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

L’impero di Graziano giunto nel prefato modo alla fine, Massimo, opinandosi già in possesso del trono, inviò ambasceria all’imperatore Teodosio non per addimandargli perdono dell’operato contro a Graziano, ma per notificargli serie proposte. Capo della mandata era il prefetto degli augustali cubiculi, non eunuco (il ribello comportar non potendo che la custodia del pretorio si commettesse a castrati), ma uomo rispettabile per l’età sua, ed uno di quelli rimasi ognor seco infin dal principio di lor vita. Chiedeva poi il legato a Teodosio alleanza, concordia e società di guerra contro a qualunque nemico de’ Romani, e non consentendo alle inchieste denunziavagli nemicizia e guerra. Teodosio accordava a Massimo la imperiale dignità e reputavalo ad uno meritevole di partecipare seco lui le statue e l’imperial nome, intanto che di occulto preparavasi a guerreggiarlo, e con ogni guisa di adulazione e di riverenza studiava tendergli insidie; e così oltre proceduta erane la impostura che tra le altre cose ordinate a Cinegio prefetto del pretorio, spedendolo nell’Egitto a proibire generalmente il culto dei Numi ed a chiuderne i tempj, aveavi quella di mostrare agli Alessandrini l’imagine di Massimo locandola in pubblico sito, e concionando al popolo dichiararlo suo collega nel-

    ficato, potendo così esprimere che Graziano dispregiatore del nome di pontefice massimo dopo breve tempo lo addiverrebbe, col proprio sangue imbrattando il ponte; come annunziare tra poco la morte di lui e l’inalzamento di Massimo all’impero ed al pontificato.