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202 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

ramento ed obbedienza a quanto fosse loro comandato. Egli persuaso da così belle parole accoglieli, non avendo ancora dal primo saggio compreso il nuovo inganno. Di seguito a questi altri presentanglisi, ed in pari guisa vengon da lui ricevuti. Così operando ogni cosa tornò, colpa l’imperiale stoltezza, in potere di que’ ribaldi, l’abuso de’ passatempi e delle voluttà alimentando in lui tanta demenza. E di vero, seduto egli in trono quanto havvi di più idoneo a corrompere i costumi e la vita, giunse tant’oltre che quasi l’intero popolo, datosi ad imitarlo, stabilito aveavi l’umana felicità. Imperciocchè eranvi mimi e saltatori, che i Numi perdanne la razza, come pure sua vita durante e poscia fu sempre in voga tutta la moltitudine delle oscenità di quella infame e dissoluta musica: donde la repubblica soggiacque a sì enorme corruttela che aveanvi infin emuli delle costoro turpi azioni. Assalivansi inoltre per le città e campagne gli stessi tempj e sacrati de’ Numi; laonde non avendovi alcuno esente da pericoli chi tenea per fede la esistenza degli Iddii, volgea soltanto lo sguardo al Cielo adorandone i sublimi prodigi.

Tale essendo il reggimento di Teodosio l’imperatore Graziano manda al governo delle truppe Illiriche il duce Vitaliano, personaggio non idoneo a riparare quelle malandate bisogne. Mentre costui eravi in carica due frotte delle Germaniche nazioni oltre Reno, capitanate l’una da Fritigerno e l’altra da Alloto1 e Safrace,

  1. Da Marcellino appellato Alateo, il quale con Safrace comandava la cavalleria nell’ultima guerra contra Valente.