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200 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
volgersi in fuga, dopo la quale proseguirono a combattere infinattantochè, fatto sterminato eccidio de’ nemici, tutti rimasonvi spenti. Che se gli Sciti, tratto vantaggio dalla vittoria, posti si fossero ad incalciare i fuggenti coll’imperatore, di subito al primo grido sarebbonsi di essi impadroniti. Ma contenti de’ riportati vantaggi ed impossessatisi della Tessaglia e della Macedonia prive affatto di truppe, lasciarono libere le città senza recarvi danno alcuno, sperando poterne avere qualche tributo.
Teodosio alla nuova che il nemico partitosi da que’ luoghi camminato era verso la patria, guernì di milizia i castelli ed anche le città murate; di ritorno quindi in Costantinopoli partecipò, scrivendo a Graziano imperatore, l’avvenuto, e che trovandosi le cose agli estremi era mestieri colla massima prontezza ripararvi. Spediti li corrieri con tali annunzj, egli, quasi nulla di sinistro fosse accaduto ai Macedoni e Tessali, istituì severissimi collettori per la riscossione de’ pubblici tributi, e fu ben tristo spettacolo il vedere tutto il non tocco dalla barbarica umanità ingollato dal censo. Imperciocchè non il solo danaro, ma eziandio i femminili ornamenti, gli abiti, quella veste infine che serve, quasi dissi, a coprire il voluto occulto dal pudore, contribuivasi a soddisfacimento delle imposte gravezze, non udendosi per le città e ville che pianti e lamentanze, bramando ciascheduna di esse novamente la comparsa degli Sciti, ed implorandone l’aiuto.
Di questo modo nella Tessaglia e nella Macedonia venivano le popolazioni bistrattate, mentre Teodosio