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186 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

a guardia delle città presso il fiume tardarono rispondere alla proposta insinattantochè fosse nota loro la volontà del principe, il quale permise, spogliatili delle armi, di secondarne la inchiesta. I tribuni legionarj pertanto ed i comandanti delle truppe traghettarono il fiume per menare i barbari disarmati sopra le romane frontiere. Ma che eglino per lo contrario attesero unicamente a scegliere il sesso femminile di avvenentissimo aspetto; a far caccia de’ più avvistati fanciulli per nefando uso, ed a provvedersi di bagaglioni e di agricoltori; ponendo così ogni lor cura in simiglianti nequizie, mettevano compiutamente in abbandono gli ordini di comun vantaggio. Laonde molti barbari di ascoso nel trapasso dell’Istro portarono seco le armi, e calcata la Romana terra affollaronsi, dimentichi affatto delle precedenti suppliche e de’ giuri, in tutta la Tracia, nella Pannonia e nelle Macedoniche e Tessale regioni, predando quanto appariva agli sguardi loro.

Gravissimi perigli conseguentemente sovrastando a que’ luoghi, presentansi messi al principe coll’annunzio di siffatte bisogne, ed egli, combinate alla meglio le persiane brighe, parte da Antiochia, e pigliata la via di Costantinopoli, a gran giornate si fa nella Tracia per guerreggiare gli Sciti. L’esercito, postosi in cammino, seguito dal principe stesso, fu spettatore del portento che sono per narrare. Vide giacente in su la strada uman corpo all’intuito privo di moto e simile dal capo ai pie ad ucciso a colpi di bastone, avente bensì gli occhi aperti e rivolgendoli a quanti andavangli dappresso. Interrogato chi si fosse, di qual patria, e da