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LIBRO QUARTO 177

stabiliti in acconcia guisa gli affari de’ Germani, estimò di provvedere eziandio alla futura sicurezza delle Celtiche nazioni. Al qual uopo fatta leva di moltissima gioventù, così infra de’ barbari abitatori lungo il Reno come tra contadini de’ popoli sommessi al romano impero, e scrittala ne’ ruoli militari, addestrò i nuovi soldati per modo alle armi, che nessuna delle genti oltre Reno, paventandone il molto esercizio e la grande sperienza, osò per l’intero spazio di nove anni danneggiare le città soggette all’impero. Un Valentiniano1 trattanto bandito nell’isola Britannica sotto accusa di aspirare alla tirannide vi perdè con essa la vita. L’augusto poi assalito da morbo per poco non pose termine a suoi giorni. Al risanare, i cortigiani di alto grado raccoltisi in consiglio esortavanlo alla nomina d’un successore onde al sopraggiugnergli dell’estremo fato la repubblica non avesse a patire sinistri. Egli dalle costoro parole commosso dichiarò imperatore e collega nella signoria il figlio Graziano giovincello ancora, tocco non avendo compiutamente gli anni della pubertà2.

Intanto che nell’occidentale impero così andava la bisogna, l’imperatore Valente all’orto apparecchiavasi, giusta i suoi primi divisamenti, a guerreggiare i Per-

  1. Valentino, tra queste cose, dimorando nella Britannia fu incolto da morte, prima di occupare la tirannide. Paolo Diac. lib. II.
  2. Intanto che Valentiniano era travagliato dal morbo altri addimandavano all’impero Rustico Giuliano, ed altri Severo. T. S.