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166 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
la vita se avesse effetto il divieto de’ misteri santissimi introdotti a raffrenamento dell’uman genere, permise, cessando la forza della promulgata legge, lo eseguirli a norma de’riti, e non trascurando veruna delle patrie costumanze nella istituzione loro praticate. Tra questo mezzo que’ barbari oltre Reno, i quali durante la vita di Giuliano paventando il nome Romano teneansi paghi di non essere importunati nelle proprie sedi, all’annunzio della morte di lui, valicati a fretta i consini apparecchiavansi a guerreggiare l’impero. Ma Valentiniano conosciutene le disposizioni apprestava fanti, cavalli ed armati alla leggiera, com’era il bisogno, e guerniva delle necessarie truppe le città site alla riva del Reno, nè privo affatto di belliche discipline tanto operava.
Affollavansi in questa da ogni banda presso a Valente molti sturbi, poichè menato avendo in prima oziosa vita e d’improvviso partecipato l’impero trovavasi inetto a sostenerne il grave peso. I Persiani di più vedendo migliorata lor condizione per la tregua stabilita sotto il defunto imperatore e per essere addivenuti padroni di Nisibi, postisi a predare sfrenatamente e sconvolgere le orientali città provocarono contro di sè l’augusto, al cui uscir di Costantinopoli suscitassi una ribellione essendone Procopio autore. Giuliano, per legami di sangue consegnato avendogli parte delle truppe coll’ordine di avviarsi unitamente a Sebastiano nell’Adiabene e venire ad incontrarlo mentr’egli battendo altro sentiero iva a combattere il nemico, fregiavalo della imperiale veste senza che nessuno congetturarne potesse il mo-