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142 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
della salmeria, ed impedire ad un tempo all’imperatore, uditone, l’attacco del castello; ma non corrisposero i fatti alle concepite speranze. Giuliano poi dava gran peso alla espugnazione di quel forte non lunge da una città nomata Besuchi, popolatissima ed avente all’intorno molti castelli, i cui abitatori disertatili perchè non bastevolmente idonei a procurar loro salvezza, riuniti eransi appunto nel luogo da lui assediato, o corsi a Ctesifonte, ovvero celatisi laddove foltissimo era il mentovato bosco di palme.
Tali motivi persuadevano l’augusto a spignerne gagliardamente l’assedio. Le truppe intanto distaccate dall’esercito per una generale esplorazione onde riferire come stessero le cose ai loro commilitoni, al presentarsi di qualche nemica forza non solo ributtaronla indietro, ma gli uni spenti ed incalciati gli altri in precipitosa fuga rendeano le intraprese operazioni affatto libere da temenza. E poichè taluni degli avversarj provvedendo a sè stessi acquattati eransi ne’ paduli sottoposti al palmeto, gli esploratori delle vie non lasciarono illesi neppur questi, morendone parte e conducendo il resto prigioniero. Quanto è agli assediati, eglino coll’avventar dardi e proiettili d’ogni foggia repulsavano gli ostili assalimenti, e venuti meno i sassi gittavan accese zolle di terra impastate con bitume, le quali in molto numero e da maggiore altezza scagliate di leggieri davan nel segno. I Romani militi avvegnachè superati fossero a cagione di lor più bassa postura, teneansi non di meno fermi rispingendoli con tutte le forze e le arti della bellica scienza, e faceanne vendetta gittando nel