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122 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
luzione di far perseguitare i ladri non solo dall’esercito, ma eziandio da gente ladra pur ella.
Accolto dunque infra suoi militi Cariettone e molti Salii insiememente, inviavali, addestrati essendo nei furti, a combattere i furatori Quadi, e di giorno tenea alla scoperta corpi di militi, i quali trucidavano tutti i sottrattisi dalle mani de’ notturni persecutori. Nè desistette dall’impresa infinattantochè i nemici, ridotti nelle maggiori angustie e di molti addivenuti pochi, si arresero col duce loro alle armi Romane, le quali nei preceduti assalimenti raccolto aveano quantità di prigionieri, annoverandovisi lo stesso figlio del re, pigliato da Cariettone. Ordinato poscia loro, cambiatisi in luttuosissimi supplichevoli, di consegnargli alcuni ragguardevoli personaggi per istatichi, ed in ispecie lo stesso figlio del re, il quale di presenza dato sfogo a dirottissimo pianto giurava di avere anch’egli, insiem col resto, perduto il figlio. Giuliano allora mosso a compassione da tante lagrime fecegli vedere la prole salva e delicatamente nutrita, dichiarandogli in pari tempo che proseguirebbe a ritenerla come ostaggio, ed avutine parecchi altri di nobili famiglie, accordò pace alla gente a condizione di astenersi per l’avvenire dall’inquietare colle armi i Romani.
Stabilite queste faccende, il cesare scrisse ne’ ruoli i Salii, parte de’Quadi e qualche abitatori dell’isola Batavia, le cui schiere anche a’ dì nostri militano sotto ai Romani vessilli. L’imperatore Costanzo intanto dirigeva tutti i suoi pensieri alla guerra Persiana, imperciocchè bene governati erano i popoli di là dalle Alpi